L’impero Assiro dall’apice alla sua caduta - Parte IV giovedì 19 dicembre 2013
Con la morte di Tiglat-Pileser, salì al trono suo figlio Salmanassar V (727-722 a.C.). Questo sovrano dovette affrontare il re di Israele Osea, che dopo l'assedio e la devastazione della città fortezza di Samaria, si oppose al dominio Assiro iniziando a non pagare più i tributi dovuti. Il re Osea poteva contare sull'aiuto dell'Egitto, ma gli assiri travolsero nel 725 a. C. la capitale Samaria, che dopo 3 anni di assedio cadde sotto i colpi delle lance di Salmanassar. Stessa sorte toccò alla capitale sira Damasco, che non riuscì a contrastare l'avanzata dell'esercito assiro.
La riforma fiscale che adottò per rinvigorire le tasse statali sucitò però molto malcontento nelle caste militari e il comandante in capo dell'esercito Assiro, Sargon, marciò contro la capitale imperiale e depose il sovrano autoproclamandosi nuovo sovrano con il nome di
Sargon II. Sargon poteva contare sull'appoggio incondizionato dell'esercito, che era attrezzato in
maniera avanzata rispetto gli altri eserciti dell'area e per questa ragione nessun altra popolazione poteva contrastarlo. La prima campagna del nuovo sovrano fu rivolta contro Samaria, che fu irrimediabilmente devastata e 27000 persone vennero esiliate. Il regno di Israele fu così cancellato ed iniziò la diaspora dei samaritani.
Il regno di Giuda anche fu invaso, e Gerusalemme subì un assedio che terminò nel saccheggio della capitale del regno. Nel 721 a.C. i caldei riuscirono però a riprendere il controllo della loro capitale Babilonia, ribellandosi al giogo di Sargon, che impegnato nelle campagne militari nel nord, non riuscì a sottomettere i caldei, che però furono nuovamente resi all'obbedienza nel 710 a.C., anno in cui, grazie ad una poderosa campagna militare nei territori caldei,
Babilonia fu nuovamente sottomessa. Nel 705 a. C Sargon fu ucciso nella battaglia contro il regno ittita di Tabal e suo figlio, Sennacherib (705-681 a.C.), che trasferì la capitale nella città di Ninive, e decise di disinteressarsi dell'Anatolia per dedicarsi ai territori dei caldei. Entrò infatti in guerra contro il re babilonese Merodachbaladan II, sconfiggendolo nella battaglia di Kish.
Babilonia fu salvata grazie all'intervento del re di Elam e all'invasione delle genti arabe che dal deserto cercavano di impossessarsi dei territori caldei. Questi arabi non erano alleati dei babilonesi, ma come gli assiri avevano intenzione di soggiogare alcune città e di fare bottino. Si trovarono così a combattere gli uni gli altri e gli assiri furono costretti a tornare sulle loro posizioni, visto anche il pericolo rappresentato dalla coalizione formata dall'Egitto e da
Ezechia re di Giuda. Sennacherib attaccò quindi il regno di Giuda, devastando tutte le città che conducevano a Gerusalemme. Li però dovette fermarsi a causa di una malattia che decimò le sue armate. La bibbia nel libro di Isaia parla di un angelo che il Dio Jahveh mandò in aiuto della capitale del regno affinchè gli assiri non la devastassero e non violassero il tempio di Salomone.
Alla fine il re fu assassinato dai suoi figli che litigarono tra loro per spartirsi l'impero. La disputa tra i figli di Sennacherib si concluse con l'ascesa al trono di uno dei figli, Asarhaddon (680-669 a.C.), che ristabilì il potere nella capitale imperiale, Ninive, e sconfisse le città costiere fenice e il regno di Giuda, imprigionando a Babilonia il re Manasse. Le imprese militari del nuovo sovrano
si spinsero fino in Egitto, dove creò un protettorato retto da funzionari assiri. Gli egiziani però si ribellarono e spodestarono i governatori stranieri generando una nuova guerra tra Egitto ed Assiria, dove il sovrano morì per cause ancora sconosciute. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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